
MINIMI TARIFFARI: DDL PER ABROGARE IL DECRETO BERSANI
MINIMI TARIFFARI: DDL PER ABROGARE IL DECRETO BERSANI https://www.italsoft.net/wp-content/uploads/2017/05/minimi-tariffari.jpg 720 430 ITALSOFT GROUP ITALSOFT GROUP https://www.italsoft.net/wp-content/uploads/2017/05/minimi-tariffari.jpgI senatori Pepe e Davico (Gruppo Grandi Autonomie e Libertà) hanno presentato il Disegno di legge 2685 che chiede di abrogare le disposizioni sulla concorrenza fra i professionisti introdotte dal Decreto Bersani, al fine di reintrodurre l’obbligatorietà dei minimi tariffari.
L’intento dei due senatori è quello di ridare dignità alle professioni intellettuali, nel tempo svalutate dall’entrata in vigore del D.l. 223/2006, convertito con modificazioni nella Legge n. 248/2006, il cosiddetto Decreto Bersani.
Infatti, i liberi professionisti, pur competenti, son dovuti scendere a patti con una concorrenza sleale che ha portato a ribassi esorbitanti nell’aggiudicazione delle gare, a discapito della qualità delle prestazioni erogate e del compenso ottenuto: quest’ultimo spesso ribassato dell’80, 90% di quanto stabilito all’inizio dei lavori.
Sui minimi tariffari, il consigliere del CNI Gaetano Fede sostiene che:
E’ necessaria l’obbligatorietà delle tariffe di riferimento ma non più legate all’importo dei lavori. Non deve passare l’idea che il committente deve sempre e comunque risparmiare: gli interventi di qualità, svolti da professionisti competenti, vanno pagati con un compenso equo. Questa è l’unica strada percorribile per ridare dignità prestazionale ai professionisti.
Perchè il Ddl?
Per i senatori firmatari del Ddl:
La mancanza di una storia pregressa degli onorari professionali, in regime di libero mercato, sta creando non pochi problemi anche nei rapporti con la pubblica amministrazione, in cui spesso le contrattazioni avvengono sulla base del residuo disponibile nel quadro economico dell’opera: il professionista si trova quindi nella condizione di ‘prendere o lasciare’ senza poter avviare alcuna contrattazione reale.
Anche nel caso in cui si faccia ricorso ai bandi di gara per l’affidamento di servizi di ingegneria e di architettura, si verificano notevoli discrepanze tra gli importi di partenza delle gare e i requisiti richiesti per legge (di natura tecnico-organizzativa, di ordine economico, oltre al requisito di aver già realizzato opere della stessa tipologia di quella richiesta dal bando) che finiscono per escludere quegli studi professionali costituiti da un unico titolare o con un numero non sufficiente di dipendenti.
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